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Il flash mob dei professori sotto al Ministero - La Stampa, 22 octobre 2012

jeudi 1er novembre 2012

Flashmob des professeurs [du secondaire] devant le ministère.

La voie empruntée par le gouvernement avec la loi de stabilité budgétaire pour porter de 18 à 24 heures la charge hebdomadaire d’enseignements due par les enseignants du secondaire, sans contrepartie financière, et conséquemment la suppression de milliers de postes d’enseignants précaires, à partir de la prochaine année scolaire, provoque des protestations et des manifestations dans toute l’Italie. Il faut pourtant dire que le secrétaire du Pd (Parti démocrate) Pierluigi Bersani, a aujourd’hui dit clairement que « les lois sur l’école ne peuvent être votées en l’état ». Et le sous-secrétaire à l’Instruction, Marco Dossia Doria, a réaffirmé sa confiance dans le fait qu’il « n’y aura pas de diminution du personnel enseignant et que l’on pourra travailler en coopération avec toutes les forces politiques au Parlement pour le budget de l’École en restant dans le cadre du « spending review », sans supprimer des postes de travail ».

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La strada intrapresa dal Governo con la legge di Stabilità per portare da 18 a 24 ore l’orario settimanale d’insegnamento dei docenti di scuola secondaria, a costo zero, e con il taglio conseguente di migliaia di posti di docenti precari, a partire già dal prossimo anno scolastico, sta causando proteste e manifestazioni in tutta Italia. C’è da dire però che il segretario del Pd Pierluigi Bersani, ha detto oggi a chiare lettere che « le norme sulla scuola così sono invotabili ». E il sottosegretario all’Istruzione, Marco Rossi Doria, ha sostenuto di aver fiducia sul fatto che « non ci saranno tagli all’organico degli insegnanti e che si possa lavorare di concerto con tutte le forze politiche in Parlamento per mantenere il bilancio della scuola come da spending review, senza tagliare posti di lavoro ».

Stamane, intanto, centinaia di docenti hanno dati vita ad un flash mob sulle scalinate del ministero dell’Istruzione, in viale Trastevere, a Roma. Senza simboli politici o di sindacati, i docenti si sono radunati con cartelli che hanno spiegato come le ore di lezione sono solo una parte del lavoro svolto. Non sono mancate le « carote di protesta » a ricordare la manifestazione della scorsa settimana degli studenti.

La protesta è continuata per circa mezz’ora senza alcuno slogan politico né bandiere di sindacati. L’iniziativa, hanno spiegato alcuni docenti, è stata convocata in maniera spontanea per « sensibilizzare tutti sulla difficoltà del nostro lavoro, che non è fatto solo di ore in classe, ma di tante attività che si devono svolgere a casa durante tutta la settimana, sabato e domenica compresi ». « Una protesta contro chi vuole distruggere la scuola pubblica - hanno spiegato gli organizzatori del flash mob - che abbiamo convocato con un semplice giro di sms. Una protesta nata dalla base, perché non ci sentiamo rappresentati dai sindacati ».

I docenti che oggi hanno dato vita all’iniziativa, si sono dati un nuovo appuntamento per domenica prossima, alle ore 11, sempre sulle scalinate del ministero. Non solo : si rivedranno anche venerdì prossimo per una assemblea cittadina. « Il nostro gesto di oggi è stato uno scatto di dignità - spiega Alessandro Natalini, professore di lettere in una scuola media a Centocelle, alla periferia di Roma - e ci siamo dati un nuovo appuntamento per domenica prossima alla luce del successo ottenuto, che è stato al di là delle aspettative. Quella dell’aumento delle ore, prevista dalla Legge di Stabilità, è stata solo l’ultima ciliegina sulla torta indigeribile che da anni viene cucinata agli insegnanti ».

Per protestare contro il degrado nelle scuole, il finanziamento delle scuole private e per chiedere al governo e alla politica di ascoltare la propria voce, anche gli studenti hanno annunciato una mobilitazione nelle scuole il 24, 25 e 26 ottobre.

Oggi a favore degli insegnanti è intervenuto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. « Voglio dirlo con chiarezza - ha affermato - noi non saremo in grado di votare così come sono le norme sulla scuola, sono norme al di fuori di ogni contesto di riflessione sull’organizzazione scolastica e finirebbero per dare un colpo ulteriore alla qualità dell’offerta formativa ».

Insomma, nel rispetto dei saldi il Pd chiede al Governo di rendersi disponibile « a modifiche significative ».