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Les étudiants italiens refusent d’euthanasier leur université (mise à jour 2 décembre 2010)

dimanche 5 décembre 2010, par Laurence

Cette page regroupe plusieurs textes et vidéos (les plus récents en haut) :
- deux communiqués de l’ANDU (Associazione Nazionale Docenti Universitari (2 et 3 décembre)
- un article de HSN sur le vote de la loi (1er décembre) et l’amplification du mouvement
- un extrait traduit d’une analyse parue dans "Il Manifesto"
- un article d’Uniriot (Rome) en français sur le blocage de la réforme de l’éducation en Italie.
- Le dernier communiqué de l’ANDU, association indépendante d’enseignants de l’université - regroupant beaucoup de précaires.
- Un appel vidéo d’étudiants mobilisés en réponse à la propagande vidéo du "non ministre" Gelmini, à qui ils expliquent la réforme.
- L’intervention d’une étudiante de l’université de Naples interpellant Gelmini publiée dans le "Corriere della Sera" ("l’excellence" et les "agences privées", ça nous rappelle quelque chose).
- Le texte d’une intervention de Ugo Arrigo de la Bicocca de Milan sur "l’euthanasie de l’université", parue dans "Fatti del quotidiano". Traduction d’une bonne part du texte en français.
- Un article de la Repubblicà sur l’utilisation d’Internet dans le mouvement italien (tous les liens vers les sites de mobilisation y figurent).
- Un article paru sur un des nombreux sites de mobilisation ateneinrivolta (27 novembre) qui fait le bilan de la mobilisation ville par ville.

Communiqué de l’ANDU (3 décembre)

1. Presidente della CRUI ?
Come abbiamo denunciato nel nostro Comunicato di ieri, il Presidente della
CRUI si e’ affiancato alla Confindustria e al Ministro Gelmini nella
richiesta di approvazione rapida della Controriforma da parte del Senato.
Molti Rettori invece, specie negli ultimi giorni, si erano espressi contro
il DDL.
Il Ministro ieri sera a Porta a Porta ha affermato che non e’ vero che i
Rettori sostengono il ’suo’ DDL : l’unico a farlo e’ il Presidente della
CRUI che, ha dichirato il Ministro, ha rischiato di essere sfiduciato dalla
stessa CRUI dove "c’e’ stata quasi la sommossa contro di lui".
Chiediamo ai Rettori : a nome di chi parla il loro Presidente ?
Il DDL e’ epocale per l’Università. Proprio per questo a nessuno dovrebbe
essere consentito di sostenere in qualita’ di Presidente un tale DDL, che
distrugerebbe del tutto gli Atenei statali, quando la maggioranza
dell’Organismo presieduto non dovesse condividere tale posizione.
Ognuno, singolarmente, deve assumersi le proprie responsabilita’
PUBBLICAMENTE, sensa ambiguita’. Lo si deve, quantomeno, a tutti quei
giovani che stanno protestando per salvare l’Universita’ statale dalle
fameliche e distruttive intenzioni della Confindustria e della lobby
accademica.
Per rileggere il Comunicato dell’ANDU, per sentire/vedere le affermazioni
del Ministro a Porta a Porta, per leggere le dichiarazioni dei Presidenti
della CRUI e del CUN e la mozione del CUN cliccare :
http://www.andu-universita.it/2010/11/05/ddl-mortale/

2. Rettore UNIVAQ : contro DDL nettamente.
Invitiamo a leggere l’intervento di Ferdinando di Orio, rettore
dell’Aquila, contro il DDL. Di Orio, tra l’altro, scrive che il DDL e’
"solo l’ultima e piu’ recente versione di un attacco antico e trasversale
all’autonomia universitaria
" e ritiene tardivo "il tentativo di distinguere
tra il DDL di riforma da un lato e la Legge Finanziaria dall’altro, per cui
solo a quest’ultima andrebbero addebitati la riduzione dei finanziamenti
all’Universita’, la decimazione del corpo docente, la precarizzazione dei
giovani
", cosi’ come ha fatto recentemente il Rettore di Roma 3 nel suo
intervento sul Riformista "Non si cambia l’universita’ salendo sui tetti".
E poi : "Il paradigma reaganian-thatcheriano dell’’affamare la bestia’
domina le strategie governative sull’Universita’ e rappresenta il dato di
partenza che condiziona negativamente qualsivoglia valutazione di merito
dei singoli interventi contenuti nel DDL
".
Ed ancora : "Il ridimensionamento del sistema, infatti, non e’ giustificato
solo da esigenze di risparmio relative alla finanza pubblica, ma si sposa
perfettamente con una filosofia di fondo che intende premiare una presunta
eccellenza di pochi Atenei, magari privati o privatizzati, come se fosse
possibile enuclearla, privilegiandola, rispetto ad un sistema che viene
invece giudicato improduttivo ed inefficiente.
Ma cio’ che certifica la qualita’ del sistema formazione/ricerca/sviluppo
di un paese non e’ la presenza di pochi Atenei eccellenti, quanto piuttosto
la sua capacita’ media di essere competitivo tra i paesi a sviluppo
avanzato.
".
Per leggere l’intervento di di Orio cliccare :
http://www.andu-universita.it/2010/06/30/a-laquila/

3. Contro il terrorismo mediatico.
E’ in corso da parte di Confindustria, delle ’alte’ cariche ’accademiche’
e, quindi, da parte del Ministero un’azione di ’terrorismo mediatico’ volta
a sostenere che senza il DDL si bloccherebbe l’Universita’. Una campagna
che l’ANDU ha gia’ denunciato e confutato nel Comunicato di ieri. Contro
questo vero e proprio imbroglio mediatico segnaliamo anche le risposte del
Rettore di Pisa e dell’on. Walter Tocci del PD.

4. Il ritardo del PD.
In una intervista al Manifesto l’on. Walter Tocci, alla domanda "Vi siete
accorti in ritardo dei guasti della riforma ?
", ha risposto : "Forse
qualcuno, sia nel mondo dell’accademia che in quello della politica,
all’inizio ha sottovalutato l’intenzione distruttiva della manovra
governativa
".
Eppure fin dall’inizio, cioe’ ormai molti mesi fa, le Organizzazioni
universitarie hanno denunciato i contenuti "distruttivi" del DDL, chiedendo
- invano - a tutti i Partiti (anche al PD, ovviamente) un serio e puntuale
confronto.
In particolare, l’ANDU ha anche proposto precise altenative ai contenuti
del DDL, documentando, tra l’altro, come l’impostazione del DDL governativo
e i suoi contenuti principali fossero sostanzialmente uguali a quelli del
DDL presentato PRIMA dal PD e che entrambi i DDL ’derivassero’ da quanto
pre-scritto dalla confindutriale "lobby trasversale" TreeLLLe gia’ nel 2003.
Ma ancora oggi, a leggere i piu’ recenti emendamenti e documenti elaborati
dal PD, sembra che da quell’impianto e da quei contenuti non ci si riesca a
distaccare sufficientemente.
Perleggere l’intervista a Tocci.

***

Slitta la ’legge speciale’ - Communiqué de l’ANDU (2 décembre)

Approvare il DDL e’ urgente per il bene dell’Universita’. Questo è stato
l’appello lanciato simultaneamente dalla Confindustria, dal Presidente
della CRUI e, quindi, dal Ministro.
E pur di ottenere, ad ogni costo e con tutti i mezzi, l’approvazione del
DDL voluto dai poteri forti economici e accademici, si e’ fatto ricorso al
terrorismo mediatico arrivando a sostenere che senza il DDL l’Universita’
si bloccherebbe, pur sapendo che l’Universita’ è gia’ al collasso per i
tagli effettuati e che proprio l’approvazione del DDL bloccherebbe ancora
per tanti anni il reclutamento in ruolo, con l’espulsione nel frattempo
degli oltre 50.000 degli attuali precari, e gli avanzamenti di carriera.
La verita’ e’ che e’ urgente per la Confindustria mettere le mani nella
gestione degli Atenei ed è urgente per i Rettori della CRUI diventare
padroni assoluti degli Atenei, affiancati dalle oligarchie
economico-politiche.
Per ottenere l’approvazione della loro ’legge speciale’, una legge
incostituzionale che cancellerebbe del tutto l’autonomia e la democrazia
degli Atenei, e’ stato sollecitato - e fino a questa mattina ottenuto - un
percorso ’speciale’ in Parlamento, a fronte di una crisi conclamata del
Governo e di un Parlamento in scadenza.
Lo slittamento dell’approvazione del DDL e’ stato ottenuto da un
grandioso, cosciente e pacifico movimento che ha visto finalmente scendere
in campo gli studenti universitari e medi per difendere i proprio futuro e
quello della loro Universita’ e del loro Paese.
Negli ultimi giorni l’Opposizione, per l’enorme pressione della protesta,
si e’ finalmente convinta ad intralciare l’iter parlamentare del DDL, ma
essa continua a non opporsi ai suoi contenuti cardini : un Consiglio di
Amministrazione con pieni poteri e con la presenza di esterni, la messa ad
esaurimento del ruolo dei ricercatori che comporta l’ampliamento e
l’allungamento del precariato, l’accentuazione del nepotismo con la scelta
locale nel reclutamento e nelle carriere, il mantenimento della docenza in
ruoli separati.
Questo DDL, raffazzonato e inapplicabile, scritto trasversalmente dai
soliti ’apprendisti stregoni" che hanno già imposto le ’loro’ leggi per
distruggere l’Universita’ statale (p.e., i concorsi locali e il "3 + 2"),
e’ inemendabile e deve essere RITIRATO : e’ questo l’unica strada per dare
reale ascolto ad un movimento che e’ ’irreversibile’. Ne prendano atto
tutti e, in particolare, coloro che continuano a ’cincischiare’ con la
protesta, come quei "futuristi" che sono arrivati a dichiarare che lo
slittamento "serve per migliorare la riforma", fingendo di non sapere che,
specie a questo punto, l’unico modo per "migliorare" il DDL e’ RISCRIVERLO
con il mondo universitario, abbandonando la controriforma pre-scritta da
Confindustria e dall’accademia che conta.

***

Italie : la réforme de l’université approuvée au Parlement, le mouvement de contestation s’amplifie (Hsn-Info, 1er décembre)

Hier soir, mardi 30 novembre, les députés italiens ont donc voté en faveur de la réforme Gelmini (307 voix pour, 252 voix contre) et le décret de loi passera donc maintenant devant les sénateurs.

Ce vote est intervenu alors que dans la journée de nombreuses manifestations et actions de blocage avaient une nouvelle fois démontré la détermination de ce mouvement d’une génération qui refuse la précarité, les coupes budgétaires et l’austérité. Les gares et les voies ferrées ont été particulièrement la cible des manifestants (Rome, Bologne, Padoue, Pise, Turin, Trieste, Venise, …).

A Pise, l’autoroute a été bloquée sans que les forces de l’ordre ne puissent s’y opposer... ce qui n’a pas été le cas dans d’autres villes (Rome, Bologne, Gênes ) où des affrontements avec la police ont éclaté.

Aussitôt après ce vote, des cortèges spontanés se sont formés dans la plupart des villes de la péninsule et en ont bloqué les principales artères. La colère, la rage étaient bien entendu au rendez-vous tout comme la volonté d’obtenir le retrait définitif de ce projet de loi visant à privatiser l’université.

Après quelques heures de repos mais aussi d’AG nocturnes, le mouvement, ce matin a repris son cours. Les universités et lycées occupés ne se comptent plus tellement la protestation est massive. Des manifestations sauvages commencent à se dérouler un peu partout dans le pays, du Nord au Sud, de l’Est à l’Ouest, sans oublier les îles (Sardaigne, Sicile). Objectif : bloquer l’économie en bloquant les flux ! Centres ville, gares, voies ferrées, périphériques urbains, autoroutes restent les cibles privilégiées.

Tout ceci se déroule dans un contexte politique bien particulier (quoique habituel dans l’histoire contemporaine de l’Italie) puisque le gouvernement de Berlusconi compte ses derniers jours d’existence et que très probablement il ne sera plus en fonction lors du passage de la loi au Sénat. Pour autant, au regard des discussions entre centre-droit et centre-gauche, la chute du gouvernement Berlusconi n’assurerait en rien le retrait de ce projet. Cette perspective est d’ailleurs dans toutes les têtes des manifestants qui savent ne pas pouvoir compter sur une classe politique exclusivement intéressée à son propre futur. Le slogan argentin, « Que se vajan todos ! » (qu’ils s’en aillent tous) [1], est d’ailleurs actuellement très en vogue dans les cortèges.

« Nous ne paierons pas leur crise », autre slogan apparu depuis le début de la crise financière mondiale, représente aujourd’hui le point commun entre toutes les luttes qui se développent en Europe (Espagne, Royaume-Uni, Irlande, Portugal, France, …). « Nous ne devons rien, prenons tout ! » pourrait devenir dans les prochaines semaines le leitmotiv de la contestation européenne...

***

30 novembre : le site de l’Andu rapporte cette analyse de Marco Bascetta dans "Il Manifesto"

"Aux étudiants et aux chercheurs qui se battent contre la réforme, l’exhumation de Luigi Berlinguer [professeur de droit à l’université de Sienne, ministre de l’Éducation du gouvernement Prodi de 1996 à 2000, note de SLU] par le journal télévisé du régime devrait sonner comme un sérieux avertissement : gardez-vous de la gauche ! Gardez-vous d’un Bersani [secrétaire général du PD depuis 2009, ancien ministre du gouvernement Prodi, note de SLU] qui, après une petite ballade sur les toits [allusion au fait que Bersani est allé rejoindre les étudiants qui manifestaient sur les toits], offre au ministre de le rencontrer pour "corriger" les "distorsions" et les défauts de son projet de loi. À moins d’une impitoyable autocritique, à moins d’abandonner totalement la politique universitaire et académique pratiquée depuis des décennies par la gauche, à moins d’un changement radical de voie, faisant passer du dirigisme ministériel et des hallucinations libéristes à une attention aux questions concernant l’élaboration du niveau de culture du pays et de la liberté de la recherche, il n’y a rien de bon à attendre de ce côté-là." (trad. SLU)

"Agli studenti e ai ricercatori che si battono contro la riforma, la riesumazione televisiva di Luigi Berlinguer da parte del Tg di regime dovrebbe suonare come un serio avvertimento : guardatevi dalla sinistra ! Guardatevi da un Bersani che, dopo doverosa passeggiata sui tetti, offre alla ministra un confronto per ‘correggere’ le ‘distorsioni’ e i difetti del suo disegno di legge. Senza una spietata autocritica, senza un totale abbandono della politica universitaria e scolastica praticata per decenni dalla sinistra, senza un radicale cambio di rotta dal dirigismo ministeriale e dalle allucinazioni liberiste all’ascolto dei soggetti che costruiscono la cultura del paese e la liberta’ della ricerca, neanche da quella parte c’e’ da attendersi nulla di buono.”

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"Hic sunt leones ! Révolte étudiante contre l’austérité en Italie" - Uniriot Roma (CIP-IDF.org)

Nouvelle étape ce 25 novembre dans la lutte des étudiants qui traverse toute l’Italie. La réforme de l’éducation a encore une fois été stoppée. Le gouvernement a renoncé à la voter devant la montée de la révolte, et l’université de la Sapienza de Rome a renoncé de son côté à ouvrir l’année universitaire.

Au fil des journées de mobilisation, ce mouvement étudiant apparaît de plus en plus nettement comme la première réponse à la crise. L’intensité de la lutte, l’indignation et la rage ébranlent constamment le pays depuis maintenant deux ans.

Comme il n’est pas possible de rendre compte des centaines d’actions, parades, flash mobs et occupations qui se sont produits partout dans la période récente, nous nous en tiendrons à ce qui s’est passé aujourd’hui, en retenant en particulier les éléments qui émergent des dernières luttes menées en Europe. L’Italie n’est pas un cas isolé, loin s’en faut. En Grande-Bretagne et en France, on a vu au cours des derniers mois des flots d’étudiants, souvent très jeunes, défiler dans les rues et revendiquer le futur. L’assaut du futur est lancé !

Il suffit de participer aux manifestations, occupations ou AG, en Grande-Bretagne ou en Italie, pour voir immédiatement que les étudiants mobilisés sont très jeunes. Les adolescents ne protestent pas seulement parce qu’ils veulent un autre lycée ou une autre université, mais aussi parce qu’ils voient très bien à quel point leur condition est amenée à se transformer radicalement avec les plans d’austérité européens et la réforme de l’éducation. Les coupes budgétaires et le processus de Bologne sont l’autre face de la pièce.

Les jeunes défilent inlassablement dans les rues, avec détermination, force et rage. Leur joie et leur entêtement surprenants témoignent d’une intensité supérieure à l’« onda anomala » de 2008. Le combat est plus large et met en évidence l’impuissance du gouvernement. Les actions « Samba » et « Book Block », les manifs sauvages, les occupations de centres de décision ou de monuments symboliques [et de lieux centraux de l’économie du tourisme, ndr], mais aussi les blocages de flux tels que les rues, gares, aéroports ou ports ne laissent aucun doute : ce sont les pratiques d’un mouvement contre la crise !

Pour lire la suite, avec vidéos et photos

***

Decleva, Fini, Fabiani, tetti e specchi.

DECLEVA
"Il Presidente (della CRUI) Decleva ha ritenuto che esiste un’evidente
sproporzione nella rappresentazione da parte degli organi di informazione
del dissenso rispetto al DDL Gelmini, che invece rappresenterebbe un passo
in avanti positivo e andrebbe lealmente sostenuto
" (da un resoconto della
seduta della CRUI del 25 novembre 2010).
Bisogna dare atto a Decleva della coerenza con la quale da mesi si e’
impegnato lealmente (leale a chi ?) nella collaborazione alla scrittura del
DDL e nel sostenerlo ; DDL che e’ stato ’ispirato’ da Confindustria per
distruggere l’Universita’ statale. Decleva chiede ai Rettori di mantenere
questo impegno anche il giorno in cui si stava mettendo la parola "fine"
alla ’sua’ CRUI, la quale si e’ retta su un "unanimismo di facciata", come
ha stigmatizzato il Rettore di Pisa.
Decleva sembra non rendersi conto di questo, ma soprattutto non comprende
la vastita’ e la qualita’ del movimento di protesta. La verita’ e’ che "gli
organi di informazione" finora hanno dato spazio solo alle ragioni e agli
interessi della Confindustria e dei Rettori della ormai defunta CRUI.
Ora questi stessi "organi di informazione" danno notizia delle iniziative
’clamorose’ che il movimento e’ costretto a inventarsi per perforare una
stampa abituata a rispettare i poteri forti : una stampa che continua pero’
a non dare adeguato spazio alla ragione vera della protesta : fermare un DDL
letale per l’Universita’ statale.
Luigi XVI, il giorno della presa della Bastiglia, scambio’ la rivoluzione
per una sommossa. E i ’Luigi XVI’ di oggi nell’Universita’ sono soprattutto
sono i pochi Rettori che ancora non capiscono che il loro tentativo di
’impadronirsi’ del tutto degli Atenei non riuscira’, perche’ questa
protesta lo impedira’ comunque, anche se la legge dovesse essere approvata.
E’ pura follia pensare che una controriforma cosi’ "epocale" (l’unico cosa
vera che hanno fatto dire al Ministro) possa essere applicata contro coloro
che operano e studiano nell’Universita’.

FINI
I ’Luigi XVI’ sono anche quei politici, appartenenti a tutti i partiti,
che credono di potere ’giocare’ con questa protesta, cosi’ come sono
abituati a ’giocare’ con tanti altri eventi, per condurre le loro battaglie
’politiche’ : tattiche parlamentari, video-messaggi e le solite presenze
nei ’salotti’ televisivi e radiofonici.
Costoro non hanno capito che si e’ sviluppata in questi mesi
nell’Universita’ una informazione alternativa alla disinformazione
ufficiale e che e’ cresciuta una conoscenza e una consapevolezza sui
contenuti del DDL che NESSUNO dei ’capi’ della politica possiede.

In questo ’uso’ disinvolto del movimento Gianfranco Fini ha superato
tutti. Giovedi’ scorso due dei suoi piu’ importanti ’colonnelli’ (Granata e
Della Vedova) sono saliti sui tetti per solidarizzare (sic !) con la
protesta contro il DDL, attribuendo il loro comportamento ondivago in
Parlamento a "pressioni convergenti a che comunque si proseguisse l’esame
di questa riforma" (Della Vedova), tra le quali quella del Capo dello Stato
(Granata). Di fronte a queste clamorose e gravissime affermazioni
(censurate da tutta la stampa) ci si aspettava una smentita generale, a
cominciare dal ’Generale’ dei "futuristi". La smentita soprattutto di
quanto affermato da Granata : non si puo’ infatti nemmeno pensare che un
Capo dello Stato possa volere la morte dell’Universita’ statale. E non la
puo’ certo volere Napolitano, che ha sempre dichiarato di comprendere le
ragioni della protesta.
E due giorni dopo Fini, invece di smentire i suoi ’colonnelli’, ha sciolto
il ’nodo’ del DDL e a Lecce ha assicurato che i suoi smetteranno di
’giocherellare’ con esso e lo approveranno perche’ ha finalmente scoperto
che "la riforma Gelmini e’ quanto di meglio abbia fatto questo Governo".
L’ANDU ha in questi anni denunciato e documentato che l’Universita’ e’
sempre stata un ’affare’ extra-parlamentare, appannaggio dei poteri forti
accademico-confindustriali. Che l’Universita’ venga ora tolta da Fini dagli
’oggetti contundenti’ usati per la lotta ’politica’ non e’ certo segno di
rispetto per l’Istituzione, ma ’solo’ di sottomissione a quei poteri forti.

FABIANI
Mentre la maggioranza dei Rettori hanno messo a tacere la CRUI come Organo
di sostegno della controriforma, Guido Fabiani, rettore di Roma 3, si e’
incaricato di perseverare pubblicamente nel sostegno a un DDL che tutto il
mondo universitario chiede di ritirare. Fabiani, uno dei tanti rettori
’eterni’ (in carica dal 1998 !), ieri in un suo intervento ha richiamato il
giudizio positivo di Luigi Berlinguer (il principale protagonista della
demolizione dell’Universita’ statale) e ha elencato come positivi i pessimi
contenuti del DDL, il quale "non e’ la distruzione dell’universita’".
Fabiani si e’ infine augurato "che si porti a compimento la discussione in
Parlamento, procedendo con i necessari emendamenti migliorativi
".

SUI TETTI E SUGLI SPECCHI
Riferendosi alle ’arrampicate’ sui tetti degli esponenti dell’Opposizione,
Alberto Burgio, dell’Universita’ di Bologna, ha affermato che "una dose di
strumentalismo e’ inevitabile" e ha aggiunto di non credere "che se Bersani
andasse al governo abolirebbe la riforma come ha detto. Ci avrei creduto se
avesse fatto di tutto, a cominciare dal piu’ oltranzista ostruzionismo
parlamentare, per bloccarla. Il punto e’ che e’ anche farina del loro sacco.
"
Il fatto e’ che la farina del PD e’ tanta e per accertarlo basta leggere
il DDL dello stesso PD, le ’direttive’ confindustriali scritte assieme
anche all’accademia di ’sinistra’ gia’ nel 2003 e i successivi documenti
delle varie ’edizioni’ partitiche dell"Opposizione’ di sinistra. I
contenuti sulla ’governance’ e sulla docenza in ruoli distinti sono identici.
In Parlamento una vera opposizione al DDL non si fa con la "tattica per
guadagnare tempo
", ma a partire da contenuti ’opposti’ e sono questi che
continuano a mancare, come dimostra quanto scritto nella "Relazione di
minoranza", dove, tra l’altro, si legge : "Al consiglio di amministrazione
va assegnato un deciso compito di programmazione e di GOVERNO e il
contributo di competenze esterne e’ senz’altro occasione di rafforzamento
per l’Ateneo, a condizione che siano individuate funzioni chiare e
specifiche per tali componenti
." Questo e’ il contrario di una gestione
democratica di un Ateneo, che si puo’ avere solo se il potere di gestione
e’ affidato al Senato Accademico, reso finalmente democratico con
l’esclusiva (senza alcun ’esterno’) presenza di rappresentanti di tutte le
componenti eletti direttamente. E inoltre non e’ certo un contenuto
alternativo al DDL l’emendamento, ripresentato dal PD qualche giorno fa,
che prevede due ruoli docenti (altro che docente unico !) e la messa ad
esaurimento del ruolo dei ricercatori, che comporta l’aumento a dismisura e
l’allungamento del precariato, oltre all’espulsione dall’Universita’ degli
attuali oltre 50.000 precari.

Per approfondire cliccare

ANDU

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"Chers enfants, ne vous laissez pas instrumentaliser par Gelmini"

Le non-ministre Gelmini a lancé un appel-vidéo aux jeunes "crétins" qui se seraient laissés embobiner par les vrais "barons" (non pas les faux qui, comme les recteurs Decleva et Fabiani, apprécient et défendent "sa" réforme authentique). Certains de ces "crétins" ont diffusé un appel-vidéo, dans lequel, avec beaucoup de compétence et de précision, ils expliquent les contenus réels de la DDL, que le non-ministre n’a jamais lue. [traduit de la présentation de l’ANDU]

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Le texte d’une étudiante de Naples

Dans cette intervention, une étudiante de Naples qui se tourne vers le "non-minister" Gelmini, entre autres, et l’interroge : "Comment se fait-il que les seules déclarations de soutien à la "réforme" soient arrivées de la Crui [équivalent de la CPU, note de SLU], représentant les mandarins et l’industrie ? La réponse est très simple : cette réforme, derrière la rhétorique du mérite et de l’excellence, ne favorise que deux lobbys, ceux des mandarins et celui des agences privées." [traduit de la présentation de l’ANDU]

Pour lire l’intervention parue dans le ["Corriere della sera">http://www.stampa.cnr.it/RassegnaStampa/10-11/101127/VO748.tif]

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"Euthanasie de l’université’"

Un texte d’Ugo Arrigo della Bicocca de Milan, paru dans "Il fatto quotidiano" le 27 novembre 2010.

La Ligue du Nord et le Pdl [Popolo della libertà, le parti présidé par Berlusconi] essaient de faire approuver tambour battant la réforme Gelmini de l’Université. [...] pour accélérer la marche de ce projet les parlementaires de la majorité ont accepté de supprimer les 34 amendements par eux-mêmes approuvés lors de la précédente lecture, qui comportaient un effort financier plus soutenu. Ainsi, la réforme Gelmini arrive au bout de son parcours dépouillée de ces ressources financières qui n’ajoutaient rien au budget historique, mais rétablissaient partiellement les fonds coupés par Tremonti [le ministre de l’économie du gouvernement Berlusconi]. Valait-il la peine d’adopter cette stratégie à seule fin de pouvoir dire d’avoir réalisé une réforme ?

Lorsque ce projet a été présenté, il y a un an, j’ai écrit dans ce journal qu’il avait quatre défauts majeurs, que le parcours parlementaire a laissés inchangés, s’il ne les a aggravés. Le premier est le dirigisme : le ministre, au sommet de ce système, par le biais des financements contrôle les 67 « rettori statali » [présidents d’Université] qui, à leur tour, contrôlent les 63.000 enseignants chercheurs à l’aide de quelques personnalités extérieures au profil mal défini (entrepreneurs ? hommes politiques locaux ?), qui sont appelées à intégrer les conseils d’administration des universités, sans par ailleurs y apporter de ressources financières. Ce défaut de structure s’est empiré dans la dernière version, puisque maintenant le sommet de la pyramide universitaire se trouve occupé non par le ministre de l’Université, mais par celui de l’Economie. Celui-ci, selon un amendement qui vient d’être approuvé, intervient « avec son propre décret » pour modifier les dépenses prévues dans le budget au bénéfice de l’Université. [...]
Le deuxième défaut tient au choix de fonder la réforme uniquement sur des mécanismes réglementaires : l’efficacité et la méritocratie sont censées tomber d’en haut, suspendues aux articles de la loi. C’est un événement peu probable, qui ne s’est jamais vérifié jusqu’à présent dans le secteur publique. Le troisième défaut vient du fait que le projet a été élaboré dans le secret des cuisines ministérielles, sans aucun dialogue avec le monde extérieur et les intéressés. Dans n’importe quel pays civilisé [tu parles !], avant de proposer une réforme de cette ampleur on aurait confié une étude à une commission indépendante, la quelle aurait commencé par établir un bilan des pratiques courantes pour ensuite évoquer plusieurs possibilités d’intervention, en illustrant les qualités et les défauts de chacune. [...]
Quel bilan peut-on dresser neuf ans après la précédente réforme, qui a introduit les deux cycles de 3 et 2 ans ? A son propos on a dit tout et son contraire, mais il n’y a pas eu d’études d’ensemble, approfondies et impartiales. Pourtant, on ne peut partager deux critiques émises hâtivement et faciles à démentir : i) la réforme aurait provoqué un gaspillage de ressources ; ii) le niveau moyen des diplômés aurait baissé. Il est vrai que le montant global des ressources utilisées a augmenté [...], mais le produit des universités, lo nombre des diplômés, s’est accru davantage, aussi bien par rapport aux coûts que par rapport au nombre des enseignants. Cela signifie que le coût par étudiant et la productivité des enseignants se sont sensiblement améliorés dans ce laps de temps. [...] On oppose à l’amélioration indéniable des résultats en termes quantitatifs l’argument de la baisse de la qualité moyenne des diplômés, comme s’il ne s’agissait pas d’un fait naturel, en partie acceptable, dans le cadre de l’élargissement de la production. [...]
On peut donner la même réponse à ceux qui s’obstinent à défendre l’idée d’un nombre limité d’Universités de haut niveau. Ils ignorent que la formation universitaire de base, domaine dans lequel l’Italie se débrouille bien, et la formation d’excellence, insuffisante chez nous, sont des exigences complémentaires et non exclusives. Ceux qui défendent cette position devraient aussi se demander pourquoi autant de jeunes de haut niveau qui continuent de quitter nos Universités vont chercher des emplois de haut niveau à l’étranger. [...]
Venons-en au quatrième et dernier défaut. Où, dans la réforme, est-il question du produit des Universités ? Le texte de la loi ne l’évoque jamais, comme si un plan industriel de FIAT ne s’occupait nullement des voitures. Pourtant l’Université produit et diffuse connaissances et savoirs qui, pris dans leur ensemble, correspondent à la notion de culture (scientifique et humaniste : la distinction n’a pas d’importance) [...]. Il est clair que si le produit des Universités n’a aucune valeur, les ressources consacrées à sa réalisation sont gaspillées, quand bien même il s’agirait d’un seul euro. C’est l’interprétation la plus négative qu’on peut donner de la réforme. La plus positive serait qu’on a établi la thérapie sans regarder le diagnostic, et que la thérapie consiste à réduire drastiquement les soins prodigués au patient par rapport à l’époque où il allait beaucoup mieux. Plutôt que "réforme" il faudrait alors l’appeler "euthanasie".

Ugo Arrigo, Professeur de Science des finances à La Bicocca (Milan)

***

"La Galassia degli atenei ribelli "E’ protesta in tempo reale", Carmine Saviano, La Repubblicà, 26 novembre 2010

Usano internet per tenersi in contatto, le web radio per comunicare le iniziative. Sul tetto portano i pc. Ecco chi sono i protagonisti della lotta alla riforma

In comune hanno le richieste. Dare soldi alla ricerca. Stabilizzare i precari. Non scalfire il carattere pubblico della scuola e dell’università italiana. E per questo scendono in piazza, salgono sui tetti, rivestono di slogan e colori i monumenti del Belpaese. Ma dietro quest’unità d’intenti c’è una galassia multiforme. I nomi della rivolta universitaria sono tanti : Link, Rete 29 aprile, Rete degli studenti, Unione degli Universitari, Unione degli Studenti, Ateneinrivolta, Rete Universitaria Nazionale, Uniriot, Federazione lavoratori della conoscenza - Cgil.

Professori, ricercatori e studenti. Che mettono in rete informazioni e conoscenze per pensare una scuola diversa, altra. Utilizzando il web per raccontare le loro storie, diffondere analisi e progetti, organizzare manifestazioni e occupazioni. Per passare al setaccio ogni virgola della riforma Gelmini. Ecco nomi e metodi di chi anima l’autunno caldo dell’Università italiana.

IL NOSTRO SPECIALE SULLE PROTESTE CITTA’ PER CITTA’

Ladri di futuro”. “Mentre studi la tua facoltà potrebbe scomparire”. Sono solo due degli slogan di Link, uno dei coordinamenti universitari più diffusi negli atenei italiani. Che mette al centro una semplice rivendicazione : “un dibattito collettivo che coinvolga studenti, dottorandi, le altre componenti accademiche per proporre un’idea di università alternativa alle riforme passate e all’attuale disegno di legge Gelmini”. E la necessità di una discussione dal basso viene condivisa anche da tante altre realtà universitarie. Come la Run, la Rete Universitaria Nazionale, vicina al Pd. Poi c’è l’Unione degli Studenti, il sindacato degli universitari, che con Link ha dato vita alla Rete della Conoscenza, una piattaforma dove l’analisi degli scenari, lo scambio di informazioni e l’elaborazione di proposte alternative è continuo. Grazie a internet tutto avviene velocemente. E sempre grazie al web, i resoconti e le storie della protesta di questi giorni vengono postati praticamente in diretta.

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27 novembre : contestato Fini a Lecce. Cortei a Torino e Firenze. La diretta ! ateninrivolta, 27 novembre

UDINE 20:00 - Mentre continua ad oltranza l’occupazione del rettorato dell’Università con un presidio permanente, oggi gli studenti del gruppo autoconvocato ’Osservà hanno inscenato a Udine un simbolico « funerale dell’ateneo » con bara di cartone, in segno di protesta contro il ddl Gelmini. Partendo dal rettorato, un corteo formato da studenti, ricercatori e docenti ha attraversato il centro storico per arrivare nella centrale piazza Primo maggio, dove è in corso l’annuale fiera di Santa Caterina. Tra i partecipanti, una quindicina di allievi attori della civica Accademia d’arte drammatica ’Nico Pepè di Udine, che hanno drammatizzato le esequie delluniversità, solidarizzando a titolo personale con la protesta. Alla cittadinanza sono stati distribuiti volantini informativi. « L’intento era spiegare in cifre gli effetti sull’università dei tagli al Ffo e della riforma Gelmini - ha detto Massimo Ceccon, del gruppo Osserva - riportandoli su volantini con il ’necrologiò del nostro ateneo ». Oltre un centinaio - secondo gli organizzatori - i partecipanti alla manifestazione.

SENIGALLIA (ANCONA) 19:45 - Blitz del ColleTtivo Zenit contro la riforma Gelmini oggi a Senigallia. Dopo un breve corteo in centro, gli studenti sono entrati di corsa alla Rocca Roveresca, sono saliti sul tetto e hanno calato due striscioni con le scritte « Respingiamo la Gelmini » e « Dimettiamo Berlusconi ». Striscioni esposti anche alla Mole Vanvitelliana di Ancona.

FIRENZE 19:00 - Sono circa 200, secondo la questura, gli studenti che questo pomeriggio hanno sfilato per le vie del centro di Firenze, in un corteo « non autorizzato » iniziato da Ponte Vecchio e terminato al Duomo. Dopo aver appeso alcuni striscioni su Ponte Vecchio (« No alla riforma » ; « Pretendiamo un ponte con il futuro »), hanno sostato su altri ponti del centro cittadino. Gli studenti hanno poi sfilato davanti agli Uffizi, Palazzo Vecchio e poi al Duomo, urlando slogan, distribuendo volantini e carta igienica - mostrando scritte : l’istruzione va a rotoli - per protesta contro la riforma Gelmini e i tagli alle Università. Una volta arrivati in piazza Duomo, spiega la questura, « un altro gruppo di 10/15 persone, dopo aver pagato il biglietto, è salito sulla cupola del Duomo e ha esposto lo striscione : l’università non è in vendita. Tutti i manifestanti si sono allontanati verso le 17 senza creare problemi »

ROMA 18:00- La protesta degli studenti arriva al Maxxi di Roma, il museo delle arti del XXI secolo progettato da Zaha Hadid. Nel pomeriggio una ventina di attivisti di ’Generazione P’, insieme agli studenti del Virgilio e del Lucrezio Caro hanno fatto un blitz nella sala della mostra dedicata all’architetto Luigi Moretti. Gli studenti, con al seguito un « quadro ironico » -una cornice bianca con tela bianca dal titolo ’Futuro non immaginabilè- hanno scandito slogan contro i tagli alla cultura con un megafono e prima di uscire hanno distribuito ai visitatori alcune ’Precary card’.

TORINO 17:30 - Gli studenti che da alcuni giorni occupano varie sedi dell’Università di Torino hanno dato vita, nel pomeriggio, a un corteo che ha semiparalizzato la circolazione nel centro cittadino. Alla manifestazione partecipano, oltre agli studenti, precari dell’università, sindaci di base e aderenti alla rete antirazzista 10 luglio. Il corteo, che è partito dalla stazione di Porta Nuova e si sta dirigendo verso la Prefettura, si sta svolgendo senza incidenti, nè tensioni. I manifestanti suonano tamburi, scandiscono slogan ed espongono striscioni e cartelli con le scritte « siamo tutti indisponibili », « Torino antirazzista » e « permesso di soggiorno a tutti »

FIRENZE 16:50 - Blitz degli studenti sulla cupola del Brunelleschi, uno dei simboli di Firenze. Alcuni giovani hanno « occupato » la cupola del Duomo a conclusione di una manifestazione che si è svolta nel pomeriggio delle vie del centro storico. Al termine del blitz, gli studenti sono riusciti a srotolare uno striscione dove si leggeva la scritta « la non è cultura in vendita, l’università non è in vendita ». Lo striscione si è poi staccato dalla cupola rimanendo poi appeso ad uno sprone della facciata della cattedrale. La nuova giornata di proteste studentesche era iniziata a Firenze con un raduno sul ponte Santa Trinita, dove un gruppo ha esposto uno striscione contro la riforma universitaria. Poi gli studenti hanno bloccato il traffico sul Lungarno e improvvisato il corteo che si è concluso con l’occupazione della cupola del Brunelleschi.

NOVARA 15:30 - Diverse centinaia di studenti delle scuole superiori hanno manifestato questa mattina a Novara contro la riforma della scuola e dell’università voluta dal ministro Gelmini. Il corteo è partito dalla stazione ferroviaria e si è snodato per le vie del centro. Alcuni momenti di tensione.

ROMA ore 15:20 Uova contro la sede dell’assessorato capitolino alle politiche sociali in via Labicana sono state lanciate dal corteo dagli studenti medi autorganizzati delle scuole occupate e in mobilitazione di Roma. Lo riferiscono gli stessi studenti spiegando che il corteo si è poi fermato davanti al Museo storico della Liberazione di via Tasso per esprimere « dissenso » in merito all’ipotesi di chiusura.

PERUGIA Continua la protesta degli universitari perugini contro la riforma Gelmini. Questa mattina hanno simbolicamente occupato Palazzo dei Priori, sede del comune, calando uno striscione con scritto « No Gelmini, ricostruiamo il futuro ». Lo stesso striscione è stato poi calato nella zona universitaria dell’acquedotto. All’alba, era stato posizionato un altro striscione sul passaggio pedonale in via Mario Angeloni a Perugia con scritto, « Sveglia ! L’università crolla ! ». « L’iniziativa, volta a sensibilizzare l’intera cittadinanza sui problemi dell’Università e del Diritto allo Studio- spiega in una nota Leonardo Esposito coordinatore della sinistra universitaria Udu -vuole quindi portare la protesta fuori dalle mura universitarie e coinvolgere tutta la cittadinanza. Esprimiamo inoltre vicinanza e solidarietà agli studenti che in questi giorni hanno occupato i collegi di Perugia. Lo Stato riconosce da un lato il loro diritto a ricevere una borsa di studio e contemporaneamente glielo nega tagliando le risorse. Il Diritto allo Studio non può essere in alcun modo una voce da tagliare per far fronte alla crisi ».

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